Intervista realizzata dalla "Redazione Scolastica" dell'IC Cavalese
Chi è Veronica?
Chi è Veronica? E mi commuovo anche, quindi siamo messi benissimo. Una ragazza sensibile, che si emoziona facilmente, direi solare anche se adesso piango, che vuole sempre aiutare gli altri, più di se stessa, un' atleta, ma anche una studentessa, perché studio ancora.
Cosa ti ha spinto a fare combinata?
È stata una sfida. Facevo qualsiasi altro sport possibile, immaginabile, ho iniziato con la danza classica, ho fatto nuoto, ho fatto atletica, ho fatto hockey, e poi un giorno il mio allenatore di fondo mi ha detto proviamo a saltare, e mia mamma comunque lavorava nel settore del salto e della combinata, e mi ha detto ma sei già grande, sei vecchia, perché lo fai? Io ho detto ma ci proviamo, e lei mi ha detto non ce la farai mai. E io l'ho presa come sfida, e da qui son partita.
Ti piacciono altri sport?
Sì, mi definisco sportiva a priori. Come ho detto, qualsiasi tipo di sport, qualsiasi forma di sport che sia a contatto con la natura o comunque con le persone che mi fanno stare bene, amo lo sport, è proprio una questione di vita.
Hai mai vinto qualcosa?
Sì, ho avuto la fortuna di vincere qualche gara, ho vinto cinque titoli italiani assoluti, ho vinto qualche titolo giovanile, ho vinto qualche gara internazionale, però quello che penso sempre sia la vittoria più grande è quando tutti riconoscono chi sei come persona e da lì poi partono a stimarti.
Qual è il momento più buio della tua carriera o vita?
Ce ne sono stati tanti, anche se sono ancora giovane, però ci sono stati tanti momenti bui, sicuramente il mio sport è uno sport difficile nel quale conta tanto anche il peso, e quindi da noi ci sono tanti problemi con i disturbi alimentari e quello sicuramente ha toccato me ma non così in profondo, ha toccato però una mia compagna di squadra e io l'ho vissuto con lei, quindi è stato un momento buio, lo è tuttora perché questa mia compagna di squadra non l'ha superato pienamente. È stato un periodo buio quando è venuta a mancare una mia compagna di squadra, io avevo solo 14 anni, quindi più o meno ero della vostra età e sono stata io a trovare la mia compagna di squadra in camera con me, che era morta. Poi comunque tutte le sconfitte perché come sempre essere un atleta vuol dire prepararsi, vuol dire puntare al meglio, vuol dire raggiungere gli obiettivi ma vi posso garantire che sono più i momenti difficili che quelli poi dove si gioisce.
Qual è la parte difficile secondo te della combinata nordica?
Sicuramente come dice la parola è combinare due sport perché noi abbiamo uno sport estremamente esplosivo come il salto e abbiamo poi la parte del fondo che è una parte più di resistenza. Forse non è solo per la combinata nordica ma un pò in genere è proprio la vita d'atleta, sembra sempre che sia tutto bello ma poi bisogna sacrificare tanto, bisogna saper dire tanti no e una cosa che ho imparato grazie allo sport è anche saper condividere e vivere sempre assieme a persone che magari non si va d'accordo.
Il momento più bello della tua vita?
Il momento più bello della mia vita? Vita o vita sportiva?
Vita!
Questa è un'altra domanda difficile però non piango stavolta quindi sono brava. Sicuramente dopo tanto impegno sono stata arruolata nell'arma dei Carabinieri quindi adesso sono anche carabiniere oltre ad essere atleta. Ho avuto questo privilegio tardi perché è successo quando avevo già 26 anni quindi so cosa vuol dire finire le superiori, dover cominciare l'università, dover chiedere alla mamma e papà i soldi per poter studiare, per magari ogni tanto andare a mangiare il gelato con gli amici, quindi so quanti sacrifici hanno fatto anche loro, e quando mi hanno arruolata e sono diventata indipendente, forse quello è stato il momento più bello.
Qual è il tuo obiettivo nella carriera?
Tutti gli atleti parlano sempre che l'obiettivo è vincere le Olimpiadi. Io vi faccio già uno spoiler, non ci sarò alle Olimpiadi del 2026, perché la combinata femminile è l'unico settore che ha i maschi ma non le donne. In un mondo dove si parla di equità di genere noi non ci siamo ancora. Però quello comunque non è mai stato il mio obiettivo addirittura ogni tanto mi chiedo perché io sia arrivata a fare combinata e sia diventata un'atleta. Il mio obiettivo è essere sempre me stessa e quindi poi che all'interno del mio mondo (perché io lo chiamo il mio mondo) io venga sempre riconosciuta ma non perché sono quella che ha vinto o perché sono quella che ha fatto, ma perché sono quella che è sempre riuscita a rimanere se stessa.
Quale sport preferisci, la combinata nordica salto o sci di fondo?
Allora diciamo che mi piace il salto perché è uno sport diverso, è uno sport che possono fare in pochi e sicuramente dà un senso di libertà e in quei pochi secondi hai il controllo tu su tutto quello che succede. Il fondo però mi piace perché se va male il salto almeno posso sfogarmi.
Perché hai scelto combinata nordica?
Io ho cominciato solo con il salto, ero alle medie proprio in questa classe, e faceva figo andare a scuola e dire "oh raga domani vado a saltare voi non potete sapere cosa vuol dire". Solo che poi è uno sport molto difficile e anche come testa bisogna sempre mantenere la concentrazione, bisogna sacrificare veramente tanto e quindi ho deciso di spostarmi sulla combinata.
Hai mai pensato di mollare?
Sì, tante volte è successo anche nel 2017 appunto quando poi sono passata alla combinata io facevo solo salto all'inizio la combinata non esisteva a livello internazionale per le donne e un giorno sono proprio arrivata a dire ma perché? chi me lo fa fare? Che ogni volta che torno a casa devo piangere, e quindi avevo pensato di mollare, poi comunque abbiamo dei tecnici che oltre ad essere tecnici come professori sono anche un pò genitori e allora mi hanno detto prova, rimettiti in gioco, perché devi mollare così, e quindi ho ricominciato. Ho comunque pensato di nuovo di mollare però alla fine la determinazione e la motivazione mi fa essere ancora qua.
Hai 5 parole per descriverti, quali sono?
Altruista, testarda, resiliente, lunatica e solare.
Come ti sei sentita quando tua mamma ti ha detto "non ce la farai mai con la combinata nordica"?
Come se avessi avuto un fiammifero, e lei avesse acceso il fiammifero, si è acceso questo fuoco dentro che mi ha detto di lasciar perdere il giudizio degli altri, cosa gli altri dicono, e andare avanti per la mia strada... mi ha dato forza.
Che consiglio daresti a un ragazzo che vorrebbe fare la combinata nordica?
Allora, prima di tutto direi che è uno sport molto difficile e bisogna essere determinati, entrare nella mentalità dell'agonismo fin da subito, direi che è talmente uno sport difficile di testa che tante volte non è il gesto tecnico non è l'allenamento che influenza l'andamento, ma lo star bene quindi lo star bene con se stessi. Se ci si diverte arriva tutto.
Se potessi scegliere un altro sport che sport sceglieresti?
Sono indecisa tra i 400 ostacoli di atletica, e i 200 stile libero di nuoto.
Prima hai detto che la combinata è per pochi, come mai?
Perché rispetto magari al fondo, alla corsa, allo sci alpino che sono sport che magari uno comincia da piccolo, e poi dice vabbè non divento un agonista, un professionista e quindi posso comunque farli la domenica con gli amici, la combinata avendo il salto ti richiede fin da subito di essere un professionista, quindi se la scegli è perché pensi già di farlo per tutta la vita.
Che hobby hai oltre alla combinata nordica?
Hobby ne ho pochi perché non mi resta tanto tempo però un hobby è lo studio, perché comunque studio ancora all'università, la lettura sicuramente, e la musica che è il mio rifugio.
Che università fai?
Studio scienze tecniche psicologiche.
Dopo un pò la carriera finisce quindi che lavoro vorresti fare?
La mia passione sarebbe sempre stata diventare un medico però ho dovuto decidere quando ho deciso di fare l'atleta ovviamente il medico non lo potevo fare, perché in Italia c'è la frequenza obbligatoria e quindi non potevo andare all'università, quindi ho scelto una materia vicina, ed ho scelto psicologia. Mi è sempre piaciuta tanto la psicologia, capire la mente delle persone, sono una persona altruista e per le esperienze che ho vissuto in passato, vorrei aiutare le persone o i ragazzi a non subirle come le ho subite io. Il mio sogno sarebbe quello di diventare una psicologa magari lavorare con i giovani e magari con i giovani atleti.
Che sogno avevi da piccola?
Che sogno avevo da piccola? Allora c'è stato un periodo in cui avevo il sogno di diventare direttore d'orchestra, e poi appunto mi sarebbe sempre piaciuto diventare medico nello specifico una pediatra.
Che musica ascolti?
Ascolto un pò di tutto, dipende dall'umore dipende anche ad esempio in gara se sono agitata, quindi mi serve una musica per calmarmi o se sono troppo calma e mi serve una musica per caricarmi, però mi piace molto la musica classica infatti suono il pianoforte e ho una passione anche per i cori della montagna.
Quando sei in gara tu puoi ascoltare la musica?
In alcuni sport è considerato addirittura doping avere le cuffie con la musica, e quindi no a parte che saltare sarebbe impossibile perché devi proprio sentire, devi sentirti quindi la musica è qualcosa che ti distrae. Magari nel riscaldamento, nel salto facciamo riscaldamento con stretching, quindi mentre faccio stretching, ascolto la musica. Una volta nel fondo, prima della gara mi è capitato di dimenticarmi di togliere le cuffie. Per fortuna la mia compagna mi ha detto: "oh Vero le cuffie!" e le ho tolte prima di partire.
Hai mai fatto o vuoi fare la Marcia Longa?
Ho fatto solo una Marcia Longa Cycling l'anno scorso in bicicletta e non l'ho mai fatta con gli sci ma è una gara che mi piacerebbe fare, quindi appena finisco la carriera la faccio perché così non mi devo allenare, tanto sono già allenata.
Come turisti o come gara?
No come turisti, mi fermerai a ogni ristoro... la mia bella merenda con calma certo non arriverei col buio, però con calma magari, di corse ne ho fatte abbastanza.
Hai ancora nostalgia quando devi partire per una competizione?
No adesso non più, ma prima era diverso, dovete pensare che parliamo di 15 anni fa, quindi telefoni c'erano ma non avevi internet gratis dovevi pagare tutto non esisteva whatsapp, esisteva solo skype io scrivevo email con la mia mamma, e quindi la comunicazione era anche molto più difficile rispetto ad oggi. Ero la più piccola della squadra con ragazze soltanto dell'Alto Adige quindi ho anche subito tra virgolette bullismo perché mi nascondevano il telefono mi nascondevano il computer, in modo tale che io non potessi comunicare a casa. Piangevo quando partivo da casa e devo dire che ancora una volta è stata brava la mia mamma, perché nonostante penso che come soffrivo io, soffrisse anche lei nel vedermi, però mi ha aiutato a superare tutto.
Cosa ti emoziona così?
Ah un pò tutto! Sono molto sensibile anche se non sembra. Ero già un pò tesa quando sono entrata e sapevo che prima o poi sarei scoppiata.
Come ti sei sentita in questa intervista?
Bene, molto bene mi avete fatto sentire molto a mio agio nonostante sia partita un pò emozionata, e mi avete dato modo di raccontare quella che è la vera Veronica e non solo l'atleta.
Nella vita aspetti che cambi qualcosa o la cambi?
Quest'anno mi hanno definita "la bestia nera" perché sono una che quando parte non si ferma. Sono convinta che certe cose siano scritte nel destino però diciamo che cerco di giocare d'anticipo.
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