Riccardo Cotilli

Intervista a cura di Anna Gibertoni

Nella cosiddetta prima vita, Riccardo cosa sognava di diventare?

Avevo in mente di aprire una catena di ristoranti e questo fa parte della mia prima vita. Vorrei andare oltre, ma non vado oltre, perché poi magari anticipo qualche altra domanda.

E oggi chi è Riccardo?

Riccardo oggi è un ragazzo che all'età di 27 anni ha innanzitutto scoperto delle fragilità e ha saputo trarne dei punti di forza. E queste fragilità non sono correlate direttamente all'incidente che è successo dieci anni fa, e che ha portato all'amputazione della gamba sinistra. Riccardo oggi è una persona molto più consapevole di se stesso ed è felice di essere un educatore cinofilo. Quindi si è riscoperto in questa veste completamente diversa, perché io vengo da una laurea triennale in scienze motorie, quindi scelte completamente diverse.

Quali sono le porte che si sono aperte dopo il tuo incidente?

Diciamo che la porta più grande che si è aperta, e io lo chiamerei quasi il mondo, è il mondo della disabilità. Un mondo che non conoscevo, non ci prestavo neanche così tanta attenzione, devo essere sincero. Ed è un mondo che in una fase iniziale mi ha fatto veramente paura, perché come tutte le cose che non conosciamo ci mettono un po' quel senso di ansia o di preoccupazione. Quindi sicuramente questa è stata una delle prime porte che mi ha aperto. Ma grazie a questo mondo che ho scoperto, ho scoperto che nonostante una disabilità come la mia si possono praticare un sacco di sport, si possono raggiungere traguardi importanti e io non voglio vantarmi, però con la testardaggine giusta sono riuscito a raggiungere un bronzo europeo nell'atletica leggera nel 2021. E soprattutto ho scoperto quanto la vita possa andare avanti nonostante certi tipi di traumi.

In questa seconda vita, quale sarà il prossimo capitolo?

Allora, il secondo capitolo, guarda, il secondo capitolo saranno loro (mostra i suoi due cani) e questo sarà il secondo capitolo della mia vita. Oltre ad essermi aperto, ad aver fatto i corsi per diventare educatore cinofilo, il mio obiettivo è proprio quello di aprire un allevamento di questa razza che si chiama Rhodesian Ridgeback e quindi dedicarmi 24 ore su 24. In particolare Todo, in certi momenti di fragilità mi è stato molto d'aiuto, quindi devo tanto a loro ed è per questo che ho deciso di intraprendere questo percorso. Secondo me è un bellissimo lavoro sicuramente, delle responsabilità verso i nostri migliori amici alla fine, perché è il migliore amico dell'uomo, è quello che non ti tradirà mai, quello che non ti volterà mai le spalle secondo me.

Se diciamo atletica leggera, per te che emozioni ti fa scaturire, che ti fa provare?

Guarda, in verità sono tante. Sicuramente l'emozione che probabilmente mi porterò per sempre dietro è l'emozione degli attimi subito prima della gara, quando praticamente finisci il warm-up, ovvero il riscaldamento, e poi c'è una fase di attesa che si chiama call room, dove sostanzialmente tutti gli atleti di quella batteria attendono il loro turno per entrare in pista. E quella è un'emozione molto particolare perché vedi gli altri atleti con i quali gareggerai, quindi cerchi un pò di studiarli, cerchi di capire anche loro come sono messi a livello emotivo, ed è anche un momento molto particolare perché sei tu che devi rimanere concentrato, oltre a dare sempre l'occhietto sugli altri, ma devi rimanere concentrato perché da lì a qualche minuto sarai sul blocco di partenza e dovrai dare il 100% di te. Quindi sicuramente questa è una delle emozioni più grandi, e poi sicuramente le emozioni in allenamento quando riesci a migliorarti giorno dopo giorno e vedi che tutti i sacrifici che hai fatto danno i loro frutti.

Ovviamente non sono campionessa di nessuno sport come te, però anch'io ho praticato un bellissimo sport che tuttora mi porta nel cuore. Io guidavo i go-kart quando ero un po' più piccola, facevo le gare anch'io e capisco in una piccola parte quello che tu mi hai detto. Penso sia una delle sensazioni più contrastanti, ma anche più belle.

Bellissimo, caspita i go-kart! Mi piacerebbe un sacco, guarda, veramente. Mi piacerebbe un sacco. Se avete a disposizione dei kart da competizione adattati, io sono il primo a provarli.

Bronzo agli europei in Polonia, oro nella vita?

L'oro nella vita ci vuole molto di più nel conquistarlo. Se per il bronzo agli europei ci sono bastati quattro anni di allenamento, penso che per l'oro nella vita ce ne vorranno molti di più. E sarà molto più impegnativo, bisognerà sudare molto di più per ottenerlo e non è scontato ricevere l'oro nella vita. Quindi io me lo sono posto come obiettivo e come tutti i miei obiettivi, gli obiettivi che mi prefisso, spero di raggiungerli. Una volta solo pensare che una persona con disabilità fisica potesse laurearsi in scienze motorie era una cosa impossibile. Oggi invece no.

Cos'è cambiato e di chi è il merito principale?

In verità parto da una nota negativa. Io subito dopo essermi laureato in scienze motorie volevo fare un upgrade e intraprendere il percorso di fisioterapia. Ci credete che mi hanno detto che una persona con disabilità non può accedere a questo tipo di percorso? Ed è un colosso delle università telematiche. Non faccio nomi, non dico niente. Sicuramente non grazie a questo tipo di persone, ma grazie a delle persone che combattono ogni giorno per ottenere l'uguaglianza su tutti i fronti. E in secondo luogo anche a noi che nonostante la nostra disabilità comunque ci crediamo e crediamo di poter affrontare ogni tipo di sfida. Poi non per forza adattandola. Mi sono trovato a fare durante il percorso di scienze motorie esercizi piuttosto che delle attività in un modo diverso dagli altri. Questo non vuol dire che io non possa fare scienze motorie. Questo vuol dire che io posso farlo in una maniera adattata. Quando ho ricevuto quella notizia eravamo in un colloquio face to face. Immaginate la mia reazione quando questa signora mi ha detto che le persone con disabilità non possono accedere a questo tipo di percorso di lauree?! Ed è da lì che ho intrapreso il percorso di educatore cinofilo, quindi mi è servito per guardare il lato sempre positivo.

Anche io ho un cane, come hai visto prima. Per te Dodo e Cora sono solo due cani?

Domanda scontata, questo è facile. Non sono solo due cani, in particolare Dodo perché Cora ha un anno ed è entrata nella famiglia, nel branco da nove mesi. Ma Dodo mi ha stravolto la vita. Nei primi mesi è stata una peste, un cucciolo con certe esigenze. Però poi mi ha fatto scoprire un altro modo di vedere le cose. Mi ha fatto riscoprire tantissimo la natura, cosa che io avevo abbandonato. Ed è il posto dove forse adesso mi rivedo di più, dove perlomeno riesco a far andare i miei pensieri e a rilassarmi di più. Quindi Dodo per me non è solo un cane, è un fratellone perché è grosso, è un compagno di vita, è un compagno di avventure.

Chiedo a te, educatore cinofilo, cosa possiamo fare per far diventare anche gli uomini un po' più cani e meno umani?

È una domanda molto difficile questa, su questa mi trovo impreparato. Semplicemente a me verrebbe da dire vivere con gli animali, probabilmente osservarli di più, ascoltarli, vedere come in certe situazioni si comportano e come vivono. È una domanda molto particolare, molto bella. Sarebbe troppo facile trovare la soluzione così con uno schiocco di dita.

Ti chiedo di farti una domanda che nessuno ti farebbe o che nessuno ti ha mai fatto durante la tua vita!

A me piacerebbe un sacco sentire le domande che silenziosamente si fanno i miei genitori su di me e che non hanno il coraggio, ma non le fanno se le tengono per loro. Una delle domande che vorrei mi fosse fatta da loro e aprirebbe un fiume di lacrime già lo so, ma qual è stata l'impressione, l'emozione che hanno provato nel vedermi sull'asfalto subito dopo l'incidente? Quella è una cosa particolare, sì. Prima che mi commuovo... però sì, quella è una cosa che sicuramente non ho mai chiesto e loro non mi hanno mai neanche detto, perché abbiamo sempre parlato di altro.

Ti ringrazio delle parole e delle emozioni che mi hai trasmesso, perché in parte le ho sentite dentro, sono state molto belle e spero che raggiungerai tutti i tuoi obiettivi che ti sei imposto e che diventerai un ottimo educatore cinofilo e magari potrai insegnarmi anche qualcosa.

Grazie, in verità sono io che ringrazio voi perché queste dieci domande, sono domande che vorrei mi facessero più spesso, sono domande che sembrano scontate ma in verità sono state proprio belle, quindi sono io che ringrazio voi e spero di poter incontrare più spesso persone come voi. Grazie. E al tempo stesso spero che realmente le mie parole vi siano passate, siano passate un po' le emozioni che ho provato anche solo nel raccontarmi.

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